Alcune realizzazioni e commenti di motoguzzisti e non

Armando (Medolla Modena), V35C, aprile 2010
Andrea Ambrosio (Rovigo), cali2, v35 prima serie con 32000 km, vespa GTR 125 ma con motore sprint 150, marzo 2010

Nicola Livi (Pistoia), Moto Guzzi V35 II del 1981, marzo 2010

Isidoro (Roma), Mercedes 200 W123 del 1980 con alimentazione a GPL
, gennaio 2010
Nicolò Antonio (Milano), Moto Guzzi v35c del 1984 con più di 35000 km, giugno 2009
Sergio (Orsago, Treviso), Gilera B300 (1963), impianto elettrico a 6 V, maggio 2009
Carlo (Brindisi), Moto Guzzi V35 II, ottobre 2008
Andrea (Varese), Moto Guzzi V65 SP, giugno 2008
Roberto (Roma), Moto Guzzi V65 SP, giugno 2006

Armando (Medolla Modena), V35C, aprile 2010




Andrea Ambrosio (Rovigo), cali2, v35 prima serie con 32000 km, vespa GTR 125 ma con motore sprint 150, marzo 2010
Il tuo Kit è arrivato preciso con tutto quello che avevi indicato, addirittura lo stagno per saldare!!! e le istruzioni sono chiare anche se un minimo di dimestichezza con i componenti elettronici ci vuole (ho fatto un po fatica a distinguere i diodi ma li ho cercati per conferma in internet). La cosa che ho trovato più difficile è stata fissare gli occhielli sui terminali di ottone e inserire i gommini nella scatolina perchè sono veramente grossi rispetto ai fori. Per il resto basta armarsi di un po di pazienza, leggere prima tutte le istruzioni e poi procedere. L'installazione sul cali2 è abbastanza facile e la centralina si può posizionare sopra la scatola filtro aria fuori dal serbatoio, ci sta perfetta. Io per maggior sicurezza ho ricoperto tutti i cavi che escono dal kit con guaina termo-restringente e ho collegato il positivo sulla scatola dei fusibili della moto sull'uscita libera di un fusibile sotto chiave. Poiché sul cali2 togliere i condensatori è trafficoso ho solamente scollegato il polo dalla puntina e l'ho isolato con nastro adesivo lasciandoli in loco e richiudendo il coperchio dello spinterogeno. Individuare i cavi rosso e verde delle puntine è facile e sono comodi a portata di mano una volta tolto il serbatoio. Alla fine di tutto per il momento sono veramente soddisfatto del kit salva-puntine.
Andrea




Nicola Livi (Pistoia), Moto Guzzi V35II del 1981, marzo 2010
Si tratta di un V35 II del 1981 completamente revisionata in casa, meccanica e carrozzeria.
Sono finalmente riuscito ad assemblare ed installare il salva-puntine, ho apportato una piccola modifica che puoi vedere chiaramente nelle foto e riguarda il dissipatore di calore, sfruttandone uno prelevato da un vecchio computer, che mi sembra serva più compiutamente allo scopo. Per il resto devo dire che tutto funziona perfettamente e la corrente generata è visibilmente molto buona.

Nicola.


Isidoro (Roma), Mercedes 200 W123 del 1980 con alimentazione a GPL, gennaio 2010
Come puoi notare, ho eseguito il fissaggio con una fascetta stringi tubo usando due fori già presenti sul parafango (ex montaggio di qualche accessorio) interponendo tra la scatoletta ed il telaio, un pezzo di gomma morbida (di quella usata per isolare i tubi idraulici) per smorzare eventuali vibrazioni che potrebbero danneggiare i componenti elettronici. Inoltre ho lasciato i faston originali per poter ripristinare in un attimo il cablaggio originale in caso di anomalia anche in viaggio e senza bisogno di attrezzi.
La Mercedes è rinata!.

Isidoro.

Nicolò Antonio (Milano), Moto Guzzi v35c del 1984 con più di 35000 km, giugno 2009
Ho 40 anni, vivo in provincia di Milano, ho sempre avuto la passione per i motori.
La mia moto è una Moto Guzzi v35c del 1984 con più di 35.000km, l'ho acquista questo anno a marzo.
Ho fatto un primo test di più di 150 km con la centralina installata: la moto non perde un colpo.

Nicolò.

Sergio (Orsago, Treviso), Gilera B300, impianto elettrico a 6 V, maggio 2009
Ho completato da poco il montaggio della tua accensione elettronica e l'ho installata sulla Gilera B300 del 1963 che posseggo. E' stato abbastanza facile nasconderla bene perchè è piccola, come potrai vedere dalle foto l'ho messa sotto al serbatoio allontanando leggermente le bobine tra loro. Il funzionamento è perfetto, la moto ha preso regolarità di funzionamento, maggior grinta e finalmente non ho più problemi con i condensatori e le puntine. 
Sergio.

Carlo (Brindisi), V35 II, ottobre 2008
Era da un po’ che stavo cercando di sviluppare un circuitino elettronico per l’accensione della mia Honda CB 500 four e, gironzolando per internet in cerca di qualche spunto o qualche idea da cui partire, mi sono imbattuto in questo: il Progetto di una semplice ed efficiente accensione elettronica.
Fin da subito ho avuto l’impressione che non fosse il solito sito dove si cerca di vendervi qualcosa: si tratta di qualcuno che ha messo a frutto le proprie conoscenze traendone qualcosa di utile e valido, costruendo questo apparecchietto prima per se e, dopo averlo utilizzato a lungo, proponendolo anche a tutti coloro i quali potessero trarne beneficio per il proprio mezzo a due ruote.
In realtà non si può definire un'accensione elettronica vera e propria, ma un circuito salvapuntine che comporta però alcuni vantaggi tipici dell'accensione elettronica, come la bassa corrente che le attraversa. Chi è addentrato nel mondo dell’elettronica può seguire il circuito e rendersi conto del funzionamento e della validità dell’apparecchio.
Chi ha realizzato il kit è una persona squisita nonché disponibile ad aiutarvi in caso di problemi attraverso il suo indirizzo e-mail.
Io, dopo uno scambio epistolare, ho deciso di richiedere il kit per realizzarne una a mio cognato, che ha una Guzzi V35 II da rivitalizzare.
Le spiegazioni sono esaurienti e la costruzione e il collegamento dell’apparecchietto semplicissimi. Bisogna scollegare i condensatori delle puntine, per cui, in caso di defaillance, l’unica operazione da compiere é quella di ristabilirne il collegamento. Non è un vantaggio da poco, anzi questo me la l’ha fatta preferire a quelle che adottano il pik-up.
Una volta assemblato, lo scatolotto è stato sistemato sotto il serbatoio e collegato facilmente.
La moto è partita all’istante con un minimo subito regolare, poi, mentre provava la moto su strada, mio cognato mi ha telefonato. Mi sono spaventato nel sentirlo esagitato e non capivo che diceva. Quando infine si è calmato, mi ha detto tutto entusiasta che la moto “andava da Dio”: entra subito a regime, minimo regolarissimo, ripresa eccezionale (calma, è sempre una Guzzi) e migliore sfruttamento delle marce. Sembra anche che sia sensibilmente migliorato il vuoto che avvertiva ai medi regimi e che è tipico di quel modello.
Le puntine dovrebbero durare pressoché in eterno, comportandosi da semplici interruttori e non dovendo commutare importanti valori di corrente. La sostituzione avverrà più che altro a causa dell’usura del pattino che le sostiene e che causa una progressiva variazione dell'anticipo, ma questo avviene indifferentemente dall’apparecchietto; basterà continuare a controllare l’anticipo periodicamente, come si è sempre fatto.
A quanto mi risulta, può essere usato tale e quale sulle nostre four, per questo a breve ne realizzerò una per la mia, e non solo: ……c’è anche la Fiat 500 di un amico.
Carlo

Andrea (Varese), V65 SP, giugno 2008
L'accensione funziona come un orologio e la V65 SP è rinata !

Andrea

Roberto (Roma), V65 SP, giugno 2006
Attratto dalle due ruote già in età prescolare, vago solitamente nei forum dei centauri e qualche tempo fa, mi sono imbattuto in un post che ritraeva una Guzzi V65 SP, moto assolutamente identica alla mia. Rapito dall’immagine, mi sono incuriosito e nel leggere l’articolo, mi si suggeriva di modificare l’accensione tradizionale della mia moto, con una controllata a transistori. Confesso che per mia scelta, preferisco mantenere qualsiasi veicolo nelle sue caratteristiche originali e poi, la mia Guzzi, oltre 30.000 Km, non aveva mai manifestato problemi di accensione. Si, forse dopo che era rimasta parcheggiata a lungo sotto violenti temporali, poi, zoppicava un poco ad avviarsi, ma niente di più. Qualche giorno fa, in coincidenza della rievocazione del circuito di Monte Mario (Roma), il 12 maggio u.s.(2006), ho avuto occasione di conoscere l’autore dell’articolo suddetto, il quale, malgrado la mia manifestata indifferenza all’argomento, mi propose di installare a titolo sperimentale il suo dispositivo sulla mia moto. Dato che, la Guzzi è stata per me sempre uno stimolo ed una sfida alla migliore messa a punto, a quel colpo miracoloso di cacciavite, che soltanto chi la cavalca tutti i giorni, riesce a dare e a percepirne l’effetto, ho raccolto la proposta come un’ulteriore ricerca ad ottimizzare le prestazioni del mezzo. Approfittando dei noiosi programmi televisivi, una sera, dopo un'abbondante libagione, mi sono rinchiuso in garage. Eravamo finalmente io e lei: la moto, s’intende. Ho tolto il serbatoio, smontato il coperchio delle puntine e con grande stupore, mi sono accorto che la superficie di contatto delle stesse era oramai costituita da un cono da una parte e da un cratere dall’altra, che si erano adattati l’uno all’altro, ma che non consentivano più il necessario passaggio di corrente per alimentare le bobine di accensione e che da un momento all’altro, mi avrebbero piantato in asso. Ho rettificato quindi, la superficie dei contatti, ho messo in fase il motore, ho inserito e collegato il dispositivo di Carlo e poi senza rimettere il serbatoio per scaramanzia ed incrociando le dita, ho provato a mettere in moto. Mi ha salutato immediatamente il rombo del bicilindrico, che a malincuore ho dovuto smorzare per evitare di gasarmi nel box. I giorni successivi, nell’uso quotidiano, nel traffico e sull’autostrada, ho potuto apprezzare il miglioramento tangibile della mia moto, che ora stava vivendo una nuova giovinezza. Il motore era molto più docile, non aveva impuntature ai bassi regimi, aveva un comportamento molto fluido, era progressivo nell’accelerazione e consentiva di risparmiare il cambio. Inoltre nell’avviarla, non perdeva un colpo. Mi sembrava un’altra moto. La diavoleria di Carlo mi aveva convinto. Il lunedì successivo feci la lista dei componenti e con circa 20 euro di spesa avevo già tutto il necessario, per realizzare il dispositivo. Il circuito stampato, venne fornito da Carlo. Il successivo fine settimana, mi sono armato di saldatore, stagno, lima e pinzette, (ahimè vecchi ricordi di gioventù) e seguendo le istruzioni di Carlo, ho realizzato l’accensione. Ho sospeso poi il contenitore che racchiude il dispositivo, con due fascette ai due occhielli del longherone centrale del telaio della moto, sotto il serbatoio, perché sia il più lontano possibile dal calore del motore, inoltre per isolare i condensatori dall’impianto, ho svitato i dadini da 6 che trattenevano gli ancoraggi ed ho inserito l’occhiello del terminale della puntina, direttamente sulla femmina Faston del cablaggio, che in origine va verso la bobina, ma che dopo la modifica va su uno dei due ingressi dell’accensione elettronica. Inutile raccontare che anche in quest’occasione ho provato ad accendere il motore senza rimettere il serbatoio ed ancora incrociando le dita e che anche questa volta, il rombo del bicilindrico mi ha subito salutato festante. In questo caso avrei potuto tenerlo acceso senza gasarmi, visto che ero all'aperto in giardino, ma l’autonomia era limitata dal solo carburante presente nelle vaschette. Una volta rimontato il serbatoio, ho proceduto ad una messa a punto finale e morale della favola: adesso la giapponese ultimo strillo, acquistata due mesi fa, la lascio riposare in garage ed io giro in Guzzi.
Roberto Bielli

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